ARTICLE TOP AD

Viterbo – “Caro direttore, accolgo il tuo invito, in vista delle elezioni per il sindaco ed il rinnovo del consiglio comunale, ad “aprire un confronto serio sul futuro della città” e provo a parteciparvi.

Sul tuo giornale ho tenuto per anni la rubrica “L’opinione di uno sporco comunista” e ancora sorrido ricordando quando imponesti quel titolo, che suonava come un’eco ironica rivolta al mio essere cocciutamente attaccato alle vecchie radici politiche e culturali, ma al contempo rivolta anche nei confronti di una città impastata di stantii luoghi comuni.

ARTICLE INLINE AD

Vedere oggi tutti mangiare pane e transizione ecologica mi conforta nell’idea che la mia militanza sul versante ecologista della sinistra, negli ultimi decenni dello scorso millennio, avesse solide ragioni. Ma, ora come allora, occorrono – come giustamente scrivi tu – persone in grado di realizzare le buone idee che si devono avere, pensando globalmente e agendo localmente aggiungerei io, ricordando gli efficaci slogan di allora.

Per trovare quelle buone idee cercherei di non trascurare il fatto che dall’elezione a sindaco di Giovanni Arena ad oggi il mondo ha subito una trasformazione repentina e profondissima. Oggi occorre forse una “piattaforma Alto Lazio 4.0”, che riprenda e evolva i temi della tua 2.0. La pandemia è uno spartiacque tra un prima e un dopo. I luoghi, la “densità antropica” al loro interno, i flussi di spostamento materiale di persone e merci non saranno più come prima della comparsa di Sars-CoV-2. La biopolitica e il biopotere non sono a mio parere invenzioni di anziani filosofi no-vax (e lo dice un sì-vax convinto come me), ma dati di fatto che oggi, dentro una realtà sempre più connotata da interconnessione, big data, intelligenza artificiale e automazione, fanno della libertà e della creatività degli individui e del legame sociale tra essi i valori fondamentali sui quali investire.

In un mondo nel quale l’accrescersi spaventoso delle diseguaglianze è una vera e propria emergenza planetaria, occorre battersi per i diritti e contro i dritti. È inderogabile che chiunque amministri la città faccia della lotta alle povertà, soprattutto a quelle più marginali, nascoste, difficili da raggiungere, una priorità. Le amministrazioni pubbliche non devono sostituirsi a coloro che già operano in questi territori di sofferenza se non di disperazione, ma devono sostenerli e andare oltre e più a fondo di essi nel raggiungere e nell’aiutare chi ha bisogno a trarsi dalla condizione di difficoltà.

In una città come Viterbo va riaffermata l’idea della centralità del diritto al lavoro e del lavoro come cultura. I lavori più qualificati e quelli più faticosi, quelli intellettuali e quelli materiali, devono reciprocamente riconoscere il loro valore e la loro connessione quali elementi portanti e qualificanti del tessuto sociale, sul quale cucire altresì i momenti e le ragioni dell’inclusione di lavoratrici e lavoratori immigrati.

In tale contesto va affermata la cultura come lavoro, come occasione di investimento e di reddito, sfruttando i nostri giacimenti storico-architettonici a fini turistici, ma anche realizzando e distribuendo prodotti del contemporaneo. Il progetto della cittadella della cultura all’ex Ospedale vecchio degli infermi può rappresentare un momento utile di sintesi, così come l’intento di rilancio del teatro dell’Unione. In quest’ottica ho apprezzato la tua iniziativa dei Pirati della bellezza. Ancor più in tale ambito è possibile generare vicinanza, integrazione, legame sociale: quei bisogni che la pandemia ci ha reso ancora più evidenti nella loro essenzialità e che devono trovare nel mondo scolastico il proprio terreno di coltura (fa bene rammentare la radice etimologica della parola cultura…).

E qui giunge il gancio e il nodo con il mondo dell’università e dell’impresa, che dovranno necessariamente essere protagonisti autonomi ma connessi della transizione postpandemica, sapendo che la sfida ambientale, il contrasto al cambiamento climatico e al riscaldamento globale, la tutela della biodiversità non sono impegni per il futuro, ma strumenti per disegnare scenari alternativi ad un presente che pone la specie umana e il vivente non umano a rischio di sopravvivenza. Sfida da vincere esaltando le realtà innovative – qualcuna peraltro già avendola in città – creando nuova conoscenza, sviluppando e applicando tecnologie sostenibili, ma anche tutelando le eccellenze che abbiamo nella filiera enogastronomica, e, alla fine così generando ulteriore nuova e buona occupazione. Intanto piantiamo pure qualcuno dei mille miliardi di alberi in più che il G20 ha previsto siano messi a dimora sulla terra da qui al 2030, oltre ad abbatterne di quelli che abbiamo…

In questo contesto si possono seppellire le idee sbagliate, come quella dell’aeroporto, che voleva fare di Viterbo una Ciampino di cui replicare gli errori e gli orrori con gli impatti devastanti che ne sarebbero derivati e contro il quale in pochissimi, insieme ad Enrico Mezzetti, ci battemmo. Occorre invece completare, rispettando il territorio, la riqualificazione della Trasversale stradale fino a Civitavecchia, che connette con tutte le principali reti su gomma, così come completare il raddoppio della ferrovia Viterbo-Capranica-Roma, per cui ci si sta già muovendo concretamente per farlo progredire da Bracciano a Vigna di Valle.

Dentro la città si deve pensare con convinzione all’interramento della ferrovia, che può costituire il più grande progetto di trasformazione urbanistica, sapendo che – per il resto – occorre avere come bussola quella dello stop al consumo di suolo, di recupero e riqualificazione del costruito, di costante efficientamento energetico, di valorizzazione dei corridoi e delle reti ecologiche, a partire dall’Arcionello.

Non possiamo poi dimenticare che il 2027, l’anno di conclusione della prossima consiliatura, sarà quello del centenario della “grande Viterbo”, che divenne capoluogo provinciale accorpando i paesi limitrofi. Non è bastato tanto tempo a far vivere un’unità pienamente sentita e vissuta tra il capoluogo e le frazioni, che pertanto – dopo l’abolizione delle circoscrizioni – devono trovare nuovi strumenti di rappresentanza delle proprie comunità e di valorizzazione dei propri territori nel contesto della città.

Tutto ciò, insieme all’ordinaria normalità di una buona ed efficiente manutenzione delle strade e del verde, di un’adeguata gestione del ciclo dei rifiuti, di un ri-utilizzo dei volumi e degli spazi pubblici, produce di per sé qualità della vita, legame sociale, senso di comunità, per giungere quindi a generare sicurezza di prossimità, senza alcuna necessità di approcci securitari, quelli che trovano nello stigma contro i diversi e i marginali il loro esorcismo spesso poco efficace. La pandemia ci ha ricordato – per quanto banale e scontato – quale sia il valore della salute (a proposito di lavoro ricordiamo che la più grande azienda della Tuscia è l’Asl), che deve essere certamente fatta di lotta alla malattia, ma è soprattutto costruzione del benessere individuale e sociale, come sperimenta la preziosissima esperienza della “Fattoria di Alice” voluta dal tenace amico Vito Ferrante e fortemente sostenuta dalla compianta Teresa Blasi.

Il fatto che alcune tra le candidature più forti a sindaco oggi prefigurantesi siano di donne giovani e pur esperte di amministrazione mi fa molto ben sperare che Viterbo sappia cogliere il tempo giusto della propria trasformazione nell’era del dopo-Covid19, sapendo che la politica non finisce con le elezioni e la delega a chi governa, ma deve necessariamente trovare alimento in una costante e responsabile partecipazione dei cittadini”.

Valerio De Nardo


Continuano ad arrivare interventi per il dibattito sul futuro della città aperto dal fondo del direttore Carlo Galeotti, Cercansi disperatamente candidati sindaco di livello politico decente, ma anche idee…. Sono arrivati in redazione molti interventi di esponenti della società civile, della politica e di cittadini sul futuro di Viterbo e della Tuscia. Un segno di quanto tutti i cittadini tengano a questa terra. Un segno di quanto siano tutti consapevoli della sua bellezza e del suo incanto. Ma allo stesso tempo di quanto sia stata abbandonata. Ovviamente non possiamo pubblicare tutti gli interventi in un giorno. Assicuriamo che tutti gli interventi verranno pubblicati man mano nei prossimi giorni.

ARTICLE BOTTOM AD