Chiara Frontini
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Viterbo – Il futuro di Talete appeso a un voto.

Il comune di Viterbo, insieme ad altri quattro, ha fatto ricorso al Tar contro la decisione, presa a giugno, a pochi giorni dal voto, di avviare le pratiche per tentare la carta della cessione quote (40%) e reperire risorse.

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A palazzo dei Priori, il commissario scelse di non partecipare e appena insediata, la sindaca Chiara Frontini ha convocato un consiglio comunale che le ha dato via libera per proporre di ripetere quel voto. Altrimenti, l’amministrazione avrebbe preso altre strade.

Ritenendo la votazione corretta, la possibilità di ripetere non c’è stata e nell’ultimo giorno utile è partito il ricorso al Tar. Viterbo insieme a Tarquinia, Vasanello, Soriano nel Cimino e Monte Romano, ha chiesto ai giudici di far valere le proprie ragioni. Determinando, come ha ricordato l’altro giorno in assemblea il presidente Ato Alessandro Romoli, uno stallo preoccupante per la società idrica.

Con un ricorso pendente, ci sarà mai un privato interessato a rilevare le quote? Con questo forte dubbio, Romoli ha annunciato che col ricorso in essere, la procedura si sarebbe fermata.

Di fronte all’intenzione di non retrocedere, nonostante Frontini si sia trovata la quasi totalità dei colleghi sul fronte opposto, senza contare il parere tecnico dell’amministratore unico di Talete Salvatore Genova, è partita la proposta del presidente Ato. Rivotare l’atto contestato.

“Invito i comuni che si sono espressi a favore a confermare la votazione – precisa Romoli – la provincia stavolta si asterrà. In questo modo, Viterbo sarà determinante nella scelta”. Sì o no alla cessione quote. “Così ognuno si assume le proprie responsabilità”.

Probabilmente la riunione sarà fissata venerdì prossimo. Poter ripetere il voto era quanto chiedeva la sindaca Frontini. Che ha apprezzato la proposta, subordinandola alla visione della due diligence su Talete. Che però, come spiegato dal presidente Genova, non dà indicazioni in quel senso e comunque sarà fornita.

Dalla riunione dei sindaci, è emerso in modo chiaro che per la società idrica non sembrano esserci altre strade per provare a reperire liquidità, oltre alla cessione quote.

Si vota di nuovo, come l’amministrazione Frontini aveva chiesto e la partita è in mano al comune di Viterbo.

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